Rodeo
Mònica Planes
a cura di Vera Martin Zelich

Rodeo è la seconda mostra personale di Mònica Planes in Italia. L’esposizione si articola in uno spazio le cui peculiari caratteristiche architettoniche hanno influenzato il processo di realizzazione e la disposizione delle opere. Fuocherello si trova nella periferia di Torino, in una zona in cui i capannoni industriali confinano con alcune aree agricole. Lo spazio, inoltre, si trova all’interno di una fonderia artistica ben visibile da alcune finestre della galleria. Si incontrano visitandola due prospettive: l’ampia campagna e l’attività industriale/artigianale che si svolge all’interno dell’edificio stesso.
La pratica artistica di Planes è prevalentemente scultorea e indaga la relazione tra movimento, immagine e materiale attraverso l’utilizzo del corpo come strumento. Il fisico così diventa il catalizzante che avvia il processo scultoreo. La scelta dei materiali determina lo sviluppo tecnico e procedurale delle opere. Negli ultimi anni, questa ricerca scultorea ha coinvolto sabbia, cemento, pane e paglia. I processi di lavorazione sono distinti a seconda del materiale scelto ma condividono una metodologia che parte dalla comprensione della materia con l’obbiettivo di plasmarla tramite e con il corpo.
Questa mostra presenta opere di due serie distinte: Pelvis, sculture fuse in acciaio inossidabile, e Rodeos, realizzate con balle di paglia. I materiali utilizzati per la realizzazione di queste opere si trovano, nel loro stato originario, anche nell’ambiente circostante la galleria: la paglia sparsa nei campi verdi che circondano l’edificio e l’acciaio grezzo conservato nella fonderia. Questo ha determinato alcune decisioni curatoriali ed espositive, con l’obbiettivo di mettere in risalto la relazione tra interno ed esterno.
Le quattro sculture che compongono Pelvis sono collocate a intervalli lungo le pareti della galleria. Queste opere derivano dall’esplorazione dello spazio residuo tra i bacini di due persone a contatto in diverse posizioni e movimenti. Questo “vuoto” viene registrato dall’artista con la malta, utilizzando il materiale come uno stampo per l’impasto di pane crudo, che si espande al suo interno durante la cottura, assumendo così la forma dello spazio creato tra i due corpi. Le sculture racchiudono l’esperienza dell’azione che le ha plasmate. Poiché il pane è un materiale organico che si disintegra nel tempo, Planes ricrea queste opere per ogni esposizione. Per l’occasione, ha fuso in acciaio le quattro più recenti, preservandone la memoria.
Il gruppo di opere che occupa lo spazio centrale di Fuocherello è Rodeos: tre sculture realizzate comprimendo balle di paglia all’interno di stampi. Planes ha condotto una ricerca sulle forme contorte e sinuose, traendo ispirazione da sculture reclinate di diversi periodi storici. Queste immagini hanno fornito un riferimento fondamentale per guidare la manipolazione delle balle, seguendo i volumi e le linee delle sculture. Tuttavia, la natura effimera, astratta e instabile della paglia — che non fissa mai completamente una forma, come accadrebbe con materiali come pietra, cemento o gesso — conduce al parziale abbandono di quei riferimenti nel corso del processo creativo.
Si possono identificare due operazioni: in Pelvis, Planes scolpisce dall’interno — il corpo entra in contatto diretto con il materiale, modellandolo attraverso movimento e pressione. In Rodeos, il gesto è inverso — scolpisce dall’esterno, rimuovendo la paglia con pinze e forbici. Indipendentemente dal metodo, la sua pratica riflette sempre il desiderio di riconoscere un tipo di immagine attraverso l’azione. Questa immagine può essere concreta, come un dettaglio di una scultura greca, o intangibile, come lo spazio immaginato tra due fianchi. Durante il processo di realizzazione, le immagini di riferimento emergono dall’interazione tra gesto e materiale e, a loro volta, si trasformano attraverso nuove immagini che si rivelano lungo il percorso.
Una caratteristica distintiva della pratica scultorea di Planes è lo sviluppo simultaneo di più opere. Lavorare contemporaneamente su una serie le consente di esplorare un ventaglio più ampio di interrogativi che emergono durante la modellazione e di cogliere la piena gamma di possibilità che si manifestano: la tecnica si modifica, si espande e si adatta in risposta al materiale; l’esperienza di tradurre immagini in volumi tridimensionali genera movimento.
La disposizione delle sculture di paglia nella galleria riflette questo modo simultaneo di lavorare: sono collocate in modo simile a come erano nello studio dell’artista. I possibili percorsi che lo spettatore può compiere tra le sculture e lo spazio richiamano la sensazione di passare da una superficie all’altra, con lievi variazioni tra loro. Le diverse altezze a cui sono esposte le opere suggeriscono diversi punti di vista, permettendo allo spettatore di comprendere il loro volume, quasi appiattendo visivamente le forme e bloccando parzialmente la vista verso il paesaggio esterno.
In Rodeo, Mònica Planes approfondisce la sua indagine sulle diverse relazioni che instaura con i materiali delle sue sculture. La sua predilezione per consistenze espansive e il desiderio di indagare l’interazione del corpo con esse attivano una serie di processi e approcci in cui convergono concetti e idee come rappresentazione, gesto, movimento, pulsazione e ripetizione.
Vera Martín Zelich
**Alcune opere presentate in questa mostra sono il risultato di una residenza presso l’Accademia di Spagna a Roma, nell’ambito del programma di borse di studio MAEC-AECID per l’anno accademico.